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[Fonte dei dati: Scheda di Censimento dei beni architettonici (Diocesi di Albenga – Imperia)]

CHIESA – PARROCCHIALE
Diocesi: Albenga – Imperia
Dove si trova: Via Libertà, Ceriale
Edificio Accessibile

L’edificio, posto nel centro dell’abitato di Ceriale, è costituito da due corpi di fabbrica: la chiesa parrocchiale, di rilevanti dimensioni e l’adiacente oratorio sul lato monte. La Chiesa dei SS. Giovanni ed Eugenio è caratterizzata da ampia copertura a più falde dalla quale si eleva una cupola centrale semisferica. L’aula a pianta rettangolare ospita otto altari laterali simmetrici in marmo intarsiato e ampio presbiterio di forma semicircolare. Adiacenti all’abside e con accesso dal retro dell’altare maggiore, due ampi locali adibiti a sacrestia e accessori: da uno di questi, tramite disimpegno, si può accedere anche al vicino oratorio che ha pure accesso indipendente da P.zza Nuova Italia, su cui prospetta, come la Chiesa. Internamente si trovano decorazioni ad affresco alle pareti ed alle volte.

DESCRIZIONE

Pianta
Edificio a impianto basilicale a tre navate separate da arcate a tutto sesto sorrette da colonne doriche e da pilastri quadrati nella campata prospiciente il presbiterio, coperta da una cupola impostata su un tamburo circolare decorato da lesene doriche e conclusa da un lanternino. Il presbiterio rettangolare è concluso da un’abside semicircolare. La volta è a botte sulla navata centrale e sul presbiterio, mentre la cupola copre lo spazio centrale del transetto; le navate laterali sono scandite da campate con volte a crociera.

Elementi decorativi
Un cornicione modanato unifica la navata centrale, il presbiterio e l’area del transetto; lesene con il fusto decorato a finto marmo decorano i pilastri ed il presbiterio. I sottarchi del transetto presentano decorazioni a stucco seicentesche. Sopra l’ingresso principale è il coro ligneo con l’organo a canna. Tra i dipinti l’“Annunciazione” e la “Morte di San Giuseppe” di scuola pittorica genovese a firma di Orazio De Ferrari; sulla parete della Cappella del Rosario, posta sul lato destro del transetto, sono due pale raffiguranti la Madonna del Rosario che salva le anime del purgatorio e la Madonna del Rosario che salva i naufraghi.

Arredi
In capo alla navata sinistra è collocato un altare proveniente dalla Cattedrale di Albenga, dedicato a Nostra Signora del Carmine, di jus patronato della famiglia Peloso ed eseguito tra il 1624 ed il 1644 da Leonardo Mirano e Giuseppe Ferrandino. L’altare è in marmi policromi: rosso di Palermo, verde Polcevera e bianco e presenta ancora caratteri tipici tardocinquecenteschi, con una raffinata decorazione giocata sui contrasti cromatici dei marmi arricchita da tre cartigli “gioielli” nel fregio, dalla profilatura a dentelli del frontone e dalle testine angeliche. Al di sopra del fastigio due figure rappresentanti la Virtù e la Prudenza. In capo alla navata destra vi è un altro altare proveniente dalla Cattedrale di Albenga, quello originariamente collocato nella terza cappella di sinistra, della famiglia D’Aste, dedicato originariamente a S. Carlo Borromeo, attualmente privo della statua in marmo bianco di S. Giovanni Evangelista che ornava l’apice, ma arricchito con i due angeli che appartenevano al fastigio dell’altare dei Cepolla sempre della Cattedrale (attualmente il frontone di quest’altare è andato disperso, rimangono il paliotto in Cattedrale e parte dell’ancona a Poggialto). La struttura è molto simile a quella dell’altare in capo alla navata sinistra, ravvivata dai colori dei marmi verdi, gialli e rossi “mischi”, composti in tarsie marmoree geometriche profilate di bianco nel paliotto, dove al centro incorniciano una croce greca con terminazioni trilobe, e nel gradino di accesso murato nel pavimento. Due colonne corinzie sorreggono il frontone dal timpano triangolare spezzato, con sottocornice a dentelli, decorato nel fregio da un medaglione centrale da cui partono due nastri arricciati che si snodano verso le estremità. Gli altari delle cappelle in capo alle navate laterali del XVII secolo arrivano dalla Cattedrale di San Michele di Albenga. Il pulpito seicentesco è in marmi mischi.

Facciata
La facciata ha il profilo a capanna spezzata, al timpano superiore che individua la navata centrale si accostano le due falde che coprono le navate laterali. Il prospetto è decorato da due ordini di lesene doriche separate, all’altezza della gronda, da una cornice modanata. Sopra i tre portali di accesso incorniciati da portali in marmo bianco, vi sono tre specchiature ad arco contenenti le immagini affrescate di San Giovanni Battista, San Rocco e Sant’ Eugenio. In asse con l’accesso principale, sopra la specchiatura con S. Giovanni Battista è il rosone circolare.

Coperture
La copertura, a due falde sul corpo centrale e sul transetto, e a cupola sull’intersezione dei due, è in abbadini e scandole di ardesia.

Pavimenti e pavimentazioni
Il pavimento è in lastre di marmo bianco con disegni geometrici in marmo nero.

Campanile
Posto sul lato sinistro, oltre il transetto, il campanile è a base quadrata. È diviso in due ordini da una cornice modanata, quello inferiore, a torre, ha sezione maggiore rispetto a quello superiore che contiene la cella campanaria; esso presenta sui quattro lati monofore con parapetto cieco a colonnine lapidee. Termina in una lanterna ottagonale con copertura a cupola in scandole di ardesia.

NOTIZIE STORICHE

Sec XV (costruzione intero bene)
Costruzione della parrocchiale a tre navate separate da colonne, con coro a Levante e facciata a Ponente. Il manoscritto del “Sacro e Vago Giardinello” (1628-1653) ci fornisce questa immagine della Chiesa quattrocentesca: “d’una nave in rustica architettura scorgesi la sua antichità col choro à mezo giorno, e faccia à tramontana, et annesso Cemiterio, per fugir l’inganni della fallace mostri: mà poi in gran numero cresciuto, et augmentata né lor cuori la devotione alle sponde marine, uscito da spelonche il nome del vero anontiator del Messia, e lume della verità Gio Battista, d’indi à pochi anni piantò sacro Tempio di cpace Vaso, e fabrica antichissima, come dal millesimo muro di essa 1464 ultima die Aprilis; resta detto Tempio d’una nave, e tre ali sopra materiali colonne elevate”.

1588 (citazione altari)
Nella visita pastorale del 1588 vengono documentate gli altari di S. Caterina e l’Annunziata, S. Chiara, S. Maria, S. Antonio Abate, S. Biagio.

1622 (restauro intero bene)
All’arrivo del parroco don Giovanni Rossano, sulla comunità grava, dall’anno precedente, un interdetto provocato dal mancato avvio dei lavori di riedificazione della chiesa, ritenuti ormai improrogabili dalla Curia. Il reverendo Rossano ripara il pavimento, restaura la cappella di S. Antonio ed acquista nuovi arredi.

1630 ‐ 1644 (ricostruzione intero bene)
Nel 1630 don Giovanni Rossano affida la progettazione della ricostruzione della parrocchiale all’architetto Vittorio Brunengo di Gazzelli secondo i dettami post conciliari, a tre navate, con cupola e transetto, con coro a ponente, ruotando l’assetto della chiesa di 90°. L’opera di riedificazione della parrocchiale sarà proseguita dal segretario del vescovo, il canonico Gio Ambrogio Paneri (noto soprattutto per essere il principale redattore del monumentale corpus del “Giardinello”). Il notevole avanzamento dei lavori è documentato nel 1641 e la fabbrica è ultimata nel 1644 con l’erezione della cupola.

1631 (fondazione cappella)
Fondazione della cappella del Crocifisso e S. Antonio Abate da parte di Gio Antonio Lamberti.

1637 (depredazione intero bene)
Al 2 luglio 1637 risale il sacco di Ceriale da parte dei Turchi durante il quale anche la chiesa venne depredata.

1641 (inaugurazione cappella)
Il 6 ottobre, festa della Madonna del Rosario, viene inaugurata l’omonima cappella all’estremità destra del transetto.

1656 (fondazione altare)
L’altare di S. Antonio da Padova viene fondato da Tommaso Rosso.

1690 ‐ 1700 (donazione pala)
Pier Francesco Lamberti, soprannominato il Magro, offre la pala raffigurante La Madonna del Carmine e i santi Francesco da Paola e Antonio da Padova, opera di Paolo Gerolamo Piola.

1696 (acquisto organo)
Acquisto del nuovo organo che nella decorazione riutilizza le lesene riccamente intagliate di un precedente strumento seicentesco.

1930 (rifacimento campanile)
Negli anni ’30, a seguito di un crollo dovuto al terremoto, il campanile che era posto fronte strada in adiacenza alla facciata principale sul lato destro, viene ricostruito sul lato sinistro all’altezza del transetto.

1945 (rifacimento facciata)
La facciata viene rifatta dal Genio Civile di Savona, dopo i danni subiti a causa dei bombardamenti aerei.

1966 (restauro intero bene)
Restauro delle strutture portanti e del tetto a seguito dei danneggiamenti subiti a causa dei bombardamenti; restauro della cupola e posa in opera di nuove finestre della stessa, ricostruzione degli archivolti delle cappelle, sottomurazione in c.a. e costruzione altare centrale.

1968 ‐ 1970 (decorazione cupola)
Il 29 maggio 1968 viene autorizzato il progetto di decorazione della cupola e del tamburo del pittore Claudio Bonicchi; i lavori hanno inizio l’anno successivo e vengono completati nel 1970. Il progetto sviluppava i seguenti temi pittorici: nella volta della navata centrale, il battesimo di Cristo ad opera di Giovanni; tamburo, le opere di misericordia; cupola, il trionfo della donna secondo l’Apocalisse.

1970 (decorazione facciata)
Vengono collocati sulla facciata 3 mosaici (nelle nicchie vuote) rappresentanti i tre Santi Patroni: S. Giovanni Battista, S. Eugenio e S. Rocco.

1983 (rifacimento presbiterio)
Progetto a firma dell’arch. Lenzi di nuova sistemazione del presbiterio mediante la rimozione della mensa appoggiata all’altare maggiore che risale alla ricostruzione dell’altare nel dopo guerra; arretramento dell’altare dal centro sottocupola al presbiterio e ricostruzione dell’altare usufruendo delle colonne in marmo da appoggiare su un piedistallo formato dal prolungamento del gradino inferiore dell’altare maggiore, nella posizione di angolatura rispondente alla migliore visuale prospettica per l’assemblea; la mensa viene sostituita con quella rimossa dall’altare maggiore recuperando gli elementi asportati.

1999 ‐ 2012 (restauro intero bene)
Con Autorizzazione della Soprintendenza del 02/07/2011 vengono avviati i lavori di restauro della chiesa parrocchiale. Il primo lotto ha riguardato il presbiterio, la navata sinistra e la cappella del Sacro Cuore; sono stati risanati gli intonaci e i cornicioni, restaurate le decorazioni pittoriche, gli affreschi e le tinte di fondo e rifatto l’impianto elettrico. Il secondo lotto ha interessato l’esterno: il tamburo della cupola, le coperture dell’abside e del transetto e la facciata laterale dell’abside. Sono stati risanati il cornicione, le pareti, gli stipiti ed i capitelli del tamburo; manutenuti i serramenti; rimossa la copertura in ardesia e realizzato nuovo manto in ardesia con copertura tripla, sostituiti i canali di gronda e i pluviali; rifatti parzialmente gli intonaci e spazzolate le vecchie tinte di facciata. Il terzo lotto, autorizzato dalla Soprintendenza il 07/08/2008 e completato nel 2010, ha interessato la navata laterale destra con la pulizia delle colonne in pietra.

ADEGUAMENTO LITURGICO

Presbiterio ‐ Intervento strutturale (1983)
Sistemazione del presbiterio mediante la rimozione della mensa appoggiata all’altare maggiore che risale alla ricostruzione dell’altare nel dopo guerra; arretramento dell’altare dal centro sottocupola al presbiterio e ricostruzione dell’altare usufruendo delle colonne in marmo da appoggiare su un piedistallo formato dal prolungamento del gradino inferiore dell’altare maggiore, nella posizione di angolatura rispondente alla migliore visuale prospettica per l’assemblea; la mensa viene sostituita con quella rimossa dall’altare maggiore recuperando gli elementi asportati.

IAT Ceriale
Via I Maggio, 22 – 17023 Ceriale (SV)